Le principali borse europee hanno chiuso la seduta di ieri, 18 maggio, in leggero calo, dopo un avvio molto piu’ promettente nella mattinata. Il Ftse Mib italiano è salito dello 0,07%, mentre a Madrid l'Ibex35 è salito dello 0,31%, il Cac40 francese ha perso -0,21% e a Francoforte il Dax30 il -0,07%. L’inflazione ed il movimento al rialzo dei tassi cominciano a pesare sull’umore degli investitori, all’indomani di una stagione di risultati trimestrali che hanno superato le attese sia in Europa che negli Usa, favorendo nuovi massimi per tutti gli indici azionari. La vera preoccupazione e’ verso un’inflazione troppo rampante che potrebbe indurre le banche centrali a ridimensionare l’azione di stimolo monetario, riducendo gli acquisti di titoli sul mercato aperto e iniziando ad aumentare i tassi di rifinanziamento del sistema creditizio. Al momento non ci sono basi per ipotizzare che cio’ possa avvenire nel breve termine. Ancora nell’ultimo FOMC (Federal open market committee) di aprile, la FED (Banca centrale americana), nel confermare la propria “stance” di politica monetaria, definiva prematura la discussione sulla riduzione degli stimoli, alias sul “tapering”. Nel frattempo, tuttavia, la pubblicazione negli Usa dei dati di aprile sui prezzi alla produzione (PPI) ed al consumo (CPI), hanno confermato forti pressioni inflazionistiche. Alcune sono legate a fattori specifici (re-opening, revenge spending, difficolta’ logistiche/shortage di componenti, boom dei prezzi delle commodities). Altre sono legate a fattori piu’ “strutturali”, come l’aumento dei salari e l’effetto di ricchezza, innescato dagli assegni ricevuti da oltre meta’ delle famiglie americane e dalla forte ripresa dell’occupazione. Sara’ dunque molto importante cogliere nella “narrativa” delle FED eventuali segnali di ripensamento sulla natura, fino ad ora definita “transitoria” del fenomeno inflattivo. Nella serata di oggi, 19 maggio, avremo la pubblicazione dei verbali della riunione di aprile della Federal Reserve. Per chiarezza, il tema sembra meno sensibile in Europa, dove le pressioni al rialzo dei prezzi sono ancora di proporzioni fisiologiche, e non alimentate da una congiuntura economica brillante. Lo dimostra anche la pubblicazione dei dati sul Pil dell'Eurozona, che nel primo trimestre è calato dello 0,6% su trimestre precedente (-1,8% anno su anno), e sull'occupazione, scesa -0,3 per cento, con un sonoro -2,1% anno su anno. Sul fronte macro americano, ieri, 18 maggio, hanno parzialmente deluso i numeri dei nuovi cantieri USA di aprile, -9.5% mese su mese, dal precedente +19.8% e stime di -2%. Peraltro, come eredita’ del boom dei mesi passati, il numero di cantieri autorizzati, ma non ancora avviati, segna il record storico di 232.000. Il sentiment perturbato ha determinato il calo di Wall Street: -0.85% per l’S&P 500 e -0,56% per il Nasdaq. I mercati obbligazionari, pur senza strappi, confermano la tendenza al rialzo dei rendimenti: quello del Treasury decennale, stamane 19 maggio, (ore 11.30 CET) sale di 2 bps all'1,66%, il rendimento del Bund 10 anni di 1 bps a -0,09%, massimo da maggio 2019, mentre quello del BTP 10 anni aumenta di 3 bps a 1,14%, facendo allargare lo spread a 123 bps. L'oro, protezione naturale dalle fiammate inflazionistiche ha toccato ieri, 18 maggio, il massimo da tre mesi a 1.870 Dollari/oncia. Molto piu’ turbolento il comparto delle criptovalute, col Bitcoin sceso sotto 39,000 Dollari stamane, 19 maggio, vicino al -40% dai massimi. (vedere grafico). La Banca Centrale Cinese ha ribadito ieri, 18 maggio, che le cryptocurrency, mancando del requisito di “moneta reale”, non possono e non devono essere utilizzate negli scambi commerciali. A sua volta, Christine Lagarde, Presidente BCE (Banca Centrale Europea) ha pesantemente criticato le criptovalute, asserendo che non è corretto definirle criptovalute, ma semmai "criptoasset”, cioe’ strumenti speculativi, molto volatili, che espongono a perdite gravi, potenzialmente totali, i suoi detentori. Secondo la Signora Lagarde, per prevenire rischi sistemici, e’ urgente supervisionarle e regolamentarle, visto anche l’elevato dispendio di energia determinato dal “mining” e per il rischio di utilizzo in attivita’ illecite. Stamane, 19 maggio (ore 11.45 CET) registriamo Borse asiatiche in calo, con l'indice Nikkei giapponese a -1,3%, Shanghai -0,54%, Shenzhen -0,30%. I listini europei sono deboli, e perdono in media l’1,0%, similmente ai future di Wall Street, -0,6% il Dow Jones e -0,8% l'S&P500. Sotto pressione anche il petrolio con il Wti a 64,2 Dollari/barile -1,9% e il Brent a 67,4, -1,9%.
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