l prezzo del petrolio sembra non accennare a rallentare la sua corsa. Mentre il gas naturale sta iniziando ora la sua vera ripresa dopo la pandemia, il greggio è già arrivato a incamerare una performance incredibile: +88.7% dall’inizio del 2021. Il grafico continua a puntare verso l’alto, ma gli investitori iniziano giustamente a chiedersi quanto in alto potremo arrivare.
Tagliando i 74$ per barile, il petrolio si appresta a entrare in quella che potrebbe davvero essere una zona di ipercomprato. Considerando che il mercato globale dei trasporti è ancora in difficoltà e che il traffico aereo rimane ben al di sotto dei volumi del 2019, è legittimo chiedersi quanto in alto il barile potrà ancora spingersi.
L’OPEC fa saettare il prezzo del petrolio alzando le previsioni sulla domanda
Il cartello OPEC+, come abbiamo già spiegato in dettaglio nei mesi precedenti, sta praticando una politica di forti tagli alla produzione. Guidato dall’Arabia Saudita, il fronte si mostra compatto nel voler mantenere bassi livelli di estrazione per sostenere livelli di prezzo più alti. Questa politica è stata osteggiata lo scorso anno dalla Russia, che invece ora sembra essere più accondiscendente verso il mantenimento dello status quo.
Nell’ultimo cartello OPEC+ non si è nemmeno parlato della possibilità di aumentare i livelli produttivi. Questo è un segnale molto chiaro: nel futuro a breve termine, i paesi esportatori continueranno a fare ciò che è in loro potere per mantenere un prezzo contenuto per l’oro nero. Proprio in questi giorni di inizio luglio si inizia a parlare del possibile aumento della produzione di circa mezzo milione di barili al giorno, cosa che potrebbe togliere un po’di pressione dalle quotazioni molto alte. Ci si aspettava una decisione immediata, ma è stata al momento posticipata alla fine del vertice.
Il segnale più forte che l’OPEC ha inviato ai mercati, per il momento, riguarda le attese per la domanda di petrolio nel corso dei prossimi mesi. Il cartello prevede che le nazioni sviluppate aumenteranno la loro domanda, sulla scia di due fenomeni:
Essendo le nazioni più avanti con la campagna di vaccinazioni, la loro economia dovrebbe riaprire serenamente tornando alla normale attività pre-Covid Il forte intervento pubblico in America e in Europa per la ripartenza dell’economia farà in modo che nuovi investimenti e nuovo fermento nell’attività economica portino a più domanda per il petrolio Subito dopo che la diffusione della notizia di questa visione comune degli Stati membri, il prezzo del WTI e quello del Brent sono aumentati rapidamente.
E se l’OPEC si stesse sbagliando o stesse solo facendo il suo gioco?
Per una nazione che esporta petrolio, alzare il prezzo del barile senza dover tagliare la produzione è un gran bel risultato. Per questo ci siamo abituati a prendere con le pinze le “previsioni” formulate dal cartello. Dicendo che si prevede un aumento della domanda, dal momento in cui i mercati cercano di anticipare il futuro, il prezzo aumenta all’istante. Dopodiché ci vorranno settimane o mesi prima che la previsione si riveli corretta oppure errata, mesi durante i quali l’OPEC può capitalizzare sul beneficio aggiunto della sua previsione.
Non possiamo sapere con certezza se questa previsione sia frutto di un’analisi approfondita, oppure solo una “dichiarazione di comodo” con cui l’OPEC tenta di tirare acqua al suo mulino. Sicuramente in questi mesi la domanda sta aumentando, ma il prezzo del petrolio è aumentato in misura quantomeno commisurata. Nel frattempo le nazioni iniziano a tirare fuori nuove restrizioni sui viaggi e sul commercio internazionale per via della variante Delta, limitando la domanda di trasporti.
Se questo inverno avremo bisogno di un vaccino aggiornato per combattere le nuove varianti, il prezzo del petrolio potrebbe risentirne in modo molto pesante. Per questo suggeriamo cautela nell’esporsi troppo al prezzo di questa materia prima.
L’ultimo grande rally del petrolio? In un paper pubblicato di recente, un analista del celebre Boston Consulting Group ha espresso un’analisi molto bella. Un’analisi mista a una riflessione, in realtà, che citando testualmente dice “L’ultimo boom del prezzo del petrolio potrebbe essere in vista“.
Con i nuovi investimenti pubblici nell’economia, grande attenzione è andata proprio al settore dell’energia rinnovabile. Le automobili green sono sempre di più, che siano ibride oppure totalmente elettriche. Ed è un trend netto soprattutto nelle grandi nazioni sviluppate, quelle in cui l’OPEC prevede un aumento della domanda di petrolio. E ci sarà, forse, ma è molto probabile che non assisteremo più a una situazione di questo genere.
Alla fine del 2020 in tutte le nazioni, Italia inclusa, si sono tirate le somme sul mercato delle automobili. Citando proprio il caso italiano, le vendite di auto elettriche e plug-in hybrid sono aumentate del 147% passando da 575.000 veicoli a 1,42 milioni. E con il nuovo boom del 2021, con le nuove agevolazioni messe a disposizione dai governi, è molto probabile che la transizione continuerà ad avvenire in modo rapido nel corso dei prossimi anni.
Anche le tratte dell’alta velocità aumentano, togliendo mercato agli aerei per le tratte più brevi, mentre la stessa industria dell’aviazione inizia a guardarsi intorno per cercare sistemi efficienti con cui fare la transizione verso un trasporto più green. Questo potrebbe essere davvero l’ultimo grande rally del prezzo del petrolio.
Le nostre Previsioni per il Petrolio a giugno 2021
La nostra previsione per giugno è che il prezzo del petrolio inizierà a scendere, ma solo dopo aver toccato il picco di 76-77$ al barile. La preoccupazione per le ripercussioni non ancora chiare della variante Delta, così come il semplice superamento dei livelli sostenibili di prezzo, inizierà a impattare il greggio dopo un rally che riteniamo ormai essersi spinto troppo in là.
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