Le quotazioni dei principali indici di Borsa a livello globale hanno registrato una seduta caratterizzata dai rialzi. Oggi l’attenzione degli investitori sarà rivolta ai verbali dell’ultima riunione della Fed. Intanto, la probabilità che la Fed alzi i tassi nel prossimo meeting continua a scendere. Dal CME FedWatch Tool emerge che i mercati stanno prezzando tassi invariati nella prossima riunione, con una probabilità di circa l’86%. Raphael Bostic, presidente della Fed di Atlanta, ha affermato che l’inflazione è “migliorata notevolmente” e che, sebbene rimanga “ancora molto da fare”, non è necessario aumentare i tassi di interesse. Lato BCE, il membro Francois Villeroy de Galhau ha affermato che l’istituto di Francoforte rimane vigile sui prezzi del petrolio alla luce della guerra in Israele, pur riconoscendo un chiara tendenza al ribasso dell’inflazione. “Nella nostra previsione, l’inflazione dovrebbe assestarsi intorno al 2% entro il 2025 e al momento non vediamo alcun motivo per modificare questa stima”, ha detto Villeroy, ribadendo inoltre che al momento non c’è motivo di riprendere il ciclo restrittivo e che la BCE dovrebbe mantenere i tassi a un livello stabile per tutto il tempo necessario. Più falco Robert Holzmann, il quale ha dichiarato che la BCE potrebbe effettuare uno o due ulteriori aumenti dei tassi in presenza di “ulteriori shock” per l’economia. Infine, il FMI ha ridotto le stime sul PIL dell’Eurozona allo 0,7% nel 2023 e all’1,2% nel 2024. Per la Germania è prevista una recessione quest’anno (-0,5%) e un modesto rimbalzo dello 0,9% nel 2024. Per l’Italia il PIL dovrebbe crescere solo dello 0,7% nel 2023 e 2024.
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