La possibile fiammata dell'inflazione globale e’ una preoccupazione quotidiana per gli investitori, e ha ormai piu’ risalto della Pandemia. I cali visti ieri, 11 maggio, sulle principali Borse europee, oltre che risentire delle vendite di titoli del Nasdaq della sera prima, sembrano legati ai timori di un rialzo del’inflazione e di un parallelo aumento dei tassi di mercato. E’ ben noto come cio’ metta in discussione le valutazioni piu’ spinte di alcuni comparti azionari, quali la “tech”, che si fondano su prospettive temporali di lungo termine.
Sebbene sia troppo presto per dire che gli asset managers professionali stiano iniziando a a ridurre il rischio azionario, registriamo, nella giornata di ieri, 11 maggio, pesanti cali del FtseMib italiano -1,64%, del Ftse100 britannico -2,47%, del Dax tedesco -1,82% e del Cac francese -1,86%. Insomma, quella di ieri, e’ stata la peggiore seduta del 2021, e ha fatto il paio con gli scivoloni dei principali Listini asiatici nella mattinata.
Va detto che la notizie sulla dinamica dei prezzi sono effettivamente allarmanti, considerando che i prezzi alla produzione (PPI) in Cina mostrano la crescita piu’ forte dal 2017, e che in Germania i maggiori istituti di ricerca si aspettano una crescita dei prezzi al consumo (CPI) al 3% anno su anno in maggio e giugno.
Non stupisce che nella giornata di oggi, 12 maggio sarà cruciale osservare il dato sull'inflazione negli Stati Uniti in aprile: un numero molto elevato, specie sulla componente “core”, farebbe suonare l’allarme e scatenare ipotesi di mosse restrittive da pare della Fed (Banca Centrale Americana), sino ad oggi ritenute improbabili nel medio termine. Il “consensus” prevede un aumento del CPI (Consumer price Index) dello 0,2% mese su mese e del 3,6% anno su anno, complice l’effetto base di confronto con un Aprile 2020 particolarmente depresso. Lo stesso dato CPI, riferito alla componente “ core”, al netto di cibo ed energia, è visto in rialzo dello 0,3% mese su mese e del 2,3% anno su anno.
Gli analisti valuteranno la dinamica delle singole componenti e le interpreteranno in “ottica FED” per prevederne la possibile evoluzione della “stance monetaria”. Nel frattempo l’indice che misura l’inflazione Usa sulla base dei tassi di break-even, ha toccato ieri il livello più elevato dal 2006.
Tornando ai mercati azionari, ieri 11 maggio, anche Wall Street ha chiuso debole, ma in particolare il Nasdaq ha quasi annullato il calo sul finale, a -0,09%, senza pertanto replicare il forte calo della seduta precedente. Piu’ pesante la flessione del Dow Jones, -1,36% sotto 34.300 punti, dopo che lunedì 10 maggio aveva superato per la prima volta quota 35 mila. I rendimenti dei Treasuries sono piuttosto statici, con quello del decennale vicino 1.60%, ma i dati di CPI di oggi potrebbero riaccendere volatilita’ e movimenti al rialzo.
Sembra essersi dunque invertita, almeno quardando agli indici Usa, quella sector rotation che aveva portato gli investitori a puntare di piu’ sui settori esposti alla “riapertura” e a scapito della tecnologia, che tutti ricorderemo come la “regina delle performances” nelle fasi acute del lockdown.
Guardando al “reddito fisso”, lo spread tra BTp e Bund 10 anni e’ rimasto stabile, attorno ai 114 bps, in una giornata di rialzi di rendimenti per tutti i Governativi dell'Eurozona. In specifico, si nota l’ascesa del rendimento del BTP decennale allo 0,99%, vicinissimo all’1% mai piu’ toccato dal settembre 2020. Sul fronte valutario, il Dollaro resta debole e stamani, 12 maggio (ore 12.30 CET), scambia a 1,2135 verso Euro. Boom di Ethereum (vedere grafico). Il prezzo del Petrolio prosegue la fase di consolidamento dei massimi recenti: il Wti consegna giugno, segna un rialzo dello 0,8% a 65,8 Dollari/barile (ore 12.30 CET), sulla scorta di uno shortage momentaneo di carburanti sulla costa orientale Usa causata dal cyber-attack di lunedi’ 10 maggio.
Le pressioni inflattive innescate dalla salita dei prezzi delle materie prime, hanno pesato sulle Borse asiatiche stamani, 12 maggio, mediamente ai minimi degli ultimi 2 mesi. Impressionante il crollo di Taiwan, dove l’indice Taiex ha perso fino a -8.6%, per poi chiudere a -4,6%, 9 punti sotto i massimi di aprile. Ad incidere sono i problemi dei semiconduttori ed i sintomi di ripresa del Covid-19. In ribasso la Borsa giapponese, col Nikkey a -1.6%, minimo da sette settimane. L’incertezza predomina listini azionari europei, +0,1% dell’Euro Stoxx 50 (ore 12.45 CET).
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