Ieri sera sono state pubblicate le minute dell’’ultima riunione della Federal Reserve del mese di Luglio, che come sappiamo, aveva visto il mantenimento di tassi invariati al massimo degli ultimi 23 anni nella forbice 5,25%-5,50%, per l'ottava riunione consecutiva e in linea con le aspettative. Nello statement si legge che ci sono stati ulteriori progressi verso l'obiettivo di inflazione del 2%, sebbene sia rimasta ancora elevata.
L'attività economica ha continuato a espandersi, in certi settori, a un ritmo solido. Il mercato de lavoro si è raffreddato e il tasso di disoccupazione è aumentato, ma rimane comunque a livelli storicamente bassi. La banca centrale ritiene che i rischi per il raggiungimento degli di occupazione e inflazione continuino a muoversi verso un migliore equilibrio.
Tuttavia, la Fed non si aspetta che sarà opportuno ridurre i tassi finché non avrà acquisito maggiore fiducia nel fatto che l'inflazione si starà muovendo in modo sostenibile verso il 2%. Da allora ad oggi le cose non sono cambiate, nel senso che l’inflazione ha continuato a rallentare e ciò ha spinto i banchieri della Fed a dichiarare che il taglio dei tassi si è avvicinato. Settembre sarà quasi certamente quel momento.
AZIONARIO
Wall Street ha vissuto ieri una giornata interlocutoria, pur chiudendo leggermente positiva, dimostrando di aver perso momentum rispetto alle ultime 10 12 sessioni di rialzo. L'S&P 500 e il Nasdaq hanno chiuso in leggero rialzo mentre il Dow Jones è scivolato, specie dopo la pubblicazione del Bureau of Labor Statistics (BLS) che ha rivisto i dati sul numero dei lavoratori, in calo di 818.000 per i 12 mesi fino a marzo 2024, circa 68.000 in meno ogni mese. secondo la revisione preliminare.
All'inizio di agosto, il BLS aveva riferito che l'economia statunitense aveva aggiunto 114.000 posti di lavoro a luglio 2024, ben al di sotto di 179.000 rivisti al ribasso a giugno e delle previsioni di 175.000. La perdita di slancio di Wall Street, che potrebbe iniziare qualche correzione ribassista, avrebbe dovuto far correggere, per correlazione, il dollaro, in un pull back che parrebbe dovuto, ma in realtà, almeno fino ad oggi, la divisa americana ha continuato a scivolare contro le principali valute concorrenti.
VALUTE
Sui cambi, quindi, dicevamo, il biglietto verde ha proseguito nel suo ribasso, che pare strutturale, con l’EurUsd che attacca 1.1160 con possibilità ancora, al netto di correzioni sempre possibili, di proseguire per i target di medio termine posti in area di 1.1280 90, cos’ come il Cable che, potrebbe salire agli obiettivi di 1.3150. Anche il UsdJpy ha ripreso la sua discesa e anche se è lontano dal minimo precedente del 5 agosto a 141.66, sembra ben indirizzato e nella configurazione sell on rallies.
Corregge invece l’EurChf che si allontana dalla condizione di risk on attraverso acquisti di franchi specie contro dollaro, cosicchè il cross è tornato sotto quota 0.9500 stabilizzandosi a 0.9480 90 area. La tendenza di fondo è ancora ribassista, al netto delle preoccupazione e degli interventi della Snb per indebolire la valuta elvetica. Interessante il UsdCad che si trova sul supporto di medio termine a 1.3580. la cui rottura aprirebbe la strada, presumibilmente, a ribassi più consistenti e obiettivi di medio termine in area 1.3100.
TASSI SUI MUTUI IN DISCESA NEGLI USA
Il tasso di interesse medio contrattuale per mutui a tasso fisso a 30 anni, rispetto al livello di prestito medio intorno ai 766.550 Usd, è sceso al 6,50% nella settimana conclusasi il 16 agosto 2024, un nuovo minimo dalla prima settimana di maggio 2023, come hanno mostrato i dati della Mortgage Bankers Association.
Il tasso fisso a 30 anni è sceso di 32 punti base nelle ultime quattro settimane ed è inferiore di 81 punti base rispetto a un anno fa. Altra ragione per prevedere, molto probabilmente, una riduzione del costo del denaro da parte della Fed, nel prossimo mese di settembre. Come sappiamo, il mercato immobiliare Usa è stato spesso la chiave per comprendere l’andamento delle politiche monetarie.
PMI GIAPPONE
L'indice PMI manifatturiero giapponese è aumentato a 49,5 ad agosto 2024 da un minimo di quattro mesi di 49,1 pubblicato a luglio, inferiore però rispetto alle previsioni di mercato di 49,8. Si tratta del secondo mese consecutivo di contrazione dell'attività industriale, e rappresenta il sesto mese consecutivo di declino nel settore manifatturiero, a causa del calo dei nuovi ordinativi e domanda estere in calo a un ritmo anche superiore.
Va ricordato altresì che i prezzi di vendita sono aumentati più rapidamente, nonostante l'allentamento rispetto a luglio, poiché i prezzi degli input sono saliti al ritmo più rapido da aprile 2023. Jpy sempre in recupero sul dollaro anche se sembra aver perso momentum, per via di un delta tasso ancora troppo alto e a sfavore della moneta nipponica.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
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