Tra pochi giorni comincerà l’era Trump, al secondo mandato elettorale, e già si ricomincia a intravedere, così come già avvenuto dal 2016 al 2020, un approccio assai dinamico e spesso polemico nella comunicazione tra il neo Presidente eletto, i media e i mercati, con un aumento significativo della volatilità.

E così è accaduto ieri, quando il Washington Post ha riferito che gli assistenti di Trump starebbero prendendo in considerazione idee di tariffe universali che coprirebbero solo le importazioni chiave. Se adottato, un tale schema avrebbe probabilmente causato un impatto ridotto sul commercio globale e una riduzione probabile dell’inflazione generata dai dazi sulle importazioni.

La reazione è stata immediata con il dollaro che ha perso circa l’1% in poche decine di minuti contro le principali valute concorrenti. Ma neppure un’ora dopo Trump, con una dichiarazione rilasciata sui social, ha smentito categoricamente questa eventualità. Il sasso però è stato lanciato e forse qualcosa di vero potrebbe anche esserci. Ovvia comunque la reazione del mercato che immediatamente è tornato indietro ai livelli pre-notizia.

Dovremo abituarci, pardon, ri-abituarci, a questo modo di comunicare del Presidente, verso il quale qualcuno, nel 2016, aveva creato un algoritmo per seguire l’andamento dei mercati sulle dichiarazioni rilasciate dalla Casa Bianca. Chissà che l’esperimento questa volta funzioni.

WALL STREET CI PROVA

La borsa americana, dopo aver aperto in deciso rialzo, in serata ha ripiegato chiudendo comunque positiva con S&P e Nasdaq, mentre il Dow ha chiuso in rosso. I guadagni sono stati realizzati dai produttori di chip e in generale dalla persistenza di un sentiment di mercato positivo, mentre gli investitori sono pronti per una settimana di dati chiave, quali il rapporto chiave sulle buste paga non agricole di dicembre, attesi per venerdì.

L'S&P 500 è salito dello 0,4% e il Nasdaq ha guidato la carica con un aumento dello 0,9%, mentre il Dow Jones ha chiuso a -0,32%. Le azioni dei chip hanno mostrato ottime performance, in particolare dopo che Foxconn, un partner server di Nvidia, ha riportato ricavi record e una previsione di vendita ottimistica. Le azioni di Nvidia sono salite del 3,5%, mettendo il titolo sulla buona strada per una chiusura record, mentre Micron Technology è salita di oltre il 10%. Anche Broadcom ha guadagnato lo 0,6%, contribuendo alla forza del settore.

Nel frattempo, gli analisti attendono chiarimenti sui dazi, dopo il caos generato da un articolo del Washington Post. Per finire, oltre ai Non Farm Payrolls di venerdì, c’è attesa per i Jolts Openings, per i discorsi dei funzionari della Fed e i verbali del FOMC.

VALUTE

L'indice del dollaro ha ridotto alcune delle perdite realizzate ieri nel primo pomeriggio, ma ha comunque chiuso in rosso rispetto all’apertura di lunedì mattina intorno a 108. Il calo deriva, come già ricordato, dalle notizie, poi smentite, pubblicate dal Washington Post, che avrebbero avuto l’effetto positivo di attutire gli effetti negativi dei dazi doganali su mercati e inflazione soprattutto.

In giornata, dopo che si era diffusa la notizia, l’EurUsd era salito anche sopra quota 1.0400 raggiungendo temporaneamente anche 1.0436, prima di ritornare a 1.0380, dopo la smentita di Trump. Però qualcosa di vero potrebbe emergere, perché siamo tornati su livelli che si allontanano dai supporti chiave posizionati a 1.0350. Tecnicamente la rottura di 1.0450-60 potrebbe aprire la strada anche a 1.0700 e cambiare lo scenario ribassista di fondo.

Il Cable aveva raggiunto ugualmente 1.2545 per poi tornarci questa notte, ben 200 pips sopra i minimi di periodo. Anche le oceaniche hanno corretto, ma ci vuole tempo e pazienza prima che possano cominciare ad accumulare strutturalmente. UsdJpy, che dopo aver toccato quota 156.20, area di supporto, è tornato in serata a ridosso di 157.50 e stanotte ha toccato anche 158.40, tanto da costringere un funzionario della Boj a ribadire che l’intervento della banca centrale potrebbe essere vicino.

UsdCad sembrava aver violato i supporti di 1.4330, scendendo anche a 1.4270 per poi ritornare sopra al supporto a 1.4360. Questa notte poi è risceso a 1.1315-20 area. Insomma, prove generali di ribasso del dollaro oppure una finta clamorosa? Lo capiremo presto.

Intanto la settimana si presenta assai interessante sul fronte dati, tra cui vedremo il rapporto sui posti di lavoro e i dati JOLTS, per valutare la forza del mercato del lavoro. Inoltre, gli investitori monitoreranno attentamente i discorsi di diversi funzionari della Federal Reserve e i verbali della riunione di dicembre della Fed per avere informazioni sulla direzione di politica monetaria della banca centrale. I mercati hanno pienamente scontato solo una riduzione del tasso sui fondi federali quest'anno.

لقطة

GERMANIA, SALE L’INFLAZIONE

Il tasso di inflazione annuale in Germania ha accelerato per il terzo mese consecutivo al 2,6% a dicembre 2024 dal 2,2% di novembre e al di sopra delle previsioni di mercato del 2,4%. Si tratta del livello di inflazione più alto degli ultimi undici mesi. I prezzi sono aumentati a un ritmo più rapido per i servizi e gli alimenti e sono scesi molto meno per l'energia.

Rispetto al mese precedente, l'indice dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,4%, rimbalzando da un calo dello 0,2% a novembre e al di sopra delle previsioni dello 0,3%. Escludendo alimenti ed energia, l'inflazione core è leggermente aumentata al 3,1% dal 3%. Il tasso di inflazione medio annuo nel 2024 dovrebbe essere del 2,2%. Nel frattempo, l'indice dei prezzi al consumo armonizzato dall'UE è aumentato del 2,9% su base annua e dello 0,7% su base mensile, anche in questo caso al di sopra delle previsioni del 2,6% e dello 0,5% rispettivamente.

USA, FACTORY ORDERS

I nuovi ordini di beni manifatturieri negli Stati Uniti sono scesi dello 0,4% rispetto al mese precedente, attestandosi a 586,1 miliardi di dollari a novembre 2024, al di sopra delle aspettative di mercato di un calo dello 0,3% e dopo un aumento dello 0,5% a ottobre. A causare la discesa soprattutto i numeri delle aziende produttrici di beni durevoli (-1,2%), guidate da attrezzature per il trasporto (-3%), prodotti in metallo lavorati (-1,7%) e computer e prodotti elettronici (-0,5%). Escludendo i trasporti, gli ordini alle fabbriche sono aumentati dello 0,2%.

Buona giornata e buon trading.

Saverio Berlinzani




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