PYPL

Uno dei titoli che peggio ha tenuto le quotazioni di mercato, durante questo periodo di particolare volatilità, è sicuramente Paypal Holdings Inc. Il titolo, dopo aver fatto registrare una performance del 270% circa rispetto ai minimi covid, passando dagli 84$ e superando i 310$, attualmente rispetto ai precedenti massimi è in perdita del 70% circa, deludendo le aspettative di molti investitori.

Pesa sull’azienda la perdita di un cliente importante come EBAY, migrato su altro provider di servizi di pagamento digitali, tuttavia Paypal prevede l’ampliamento dei propri servizi, con un processo di crescita orientato all’ecosistema blockchain e la possibilità di rateizzare alcuni acquisti in maniera semplice.

Dal punto di vista tecnico, dal 2016 Paypal ha mostrato uno stabile trend in crescita, con il periodo di massima accelerazione di momentum durante la crisi Covid.
Oggi il titolo sembrerebbe quotare in prossimità di valori più “fair” in linea con il 2020.

Dal punto di vista dei fondamentali economici possiamo notare:
- Fatturato totale in sostanziale trend di crescita, con Q1 del 2022 che chiude meglio di Q1 del 2021. Su base annua Paypal fattura 25.8 miliardi di dollari;
- Utile lordo di Q1 2022 in riduzione rispetto a Q4 2021 e Q1 2021. Sarà sicuramente interessante andare a valutare l’andamento di Q2 2022, anche se il dato dell’Utile sembrerebbe presentare un andamento piuttosto ciclico. Utile lordo pari a 11 miliardi circa;
Dal punto di vista finanziario rileviamo:
- Disponibilità in cassa pari a 4,89 miliardi a marzo 2022;
- Debito totale stabile, pari a 9 miliardi circa, quasi totalmente di lungo periodo;
- Disponibilità liquide ampiamente superiori rispetto al debito di breve termine.

A mio personalissimo avviso Paypal potrà, anche se non nell’immediato, individuare soluzioni per continuare ad essere uno dei principali player nell’ambito dei pagamenti digitali. I numeri parlano di una realtà sana. Probabilmente il maggior problema può essere rappresentato dai competitor e da comportamenti ostativi da parte di altri colossi, con l’acquisto diretto di altri provider di servizi di pagamento.

Ricordo sempre che è difficile essere più furbi del mercato, se un titolo tende ad avviare un trend delle quotazioni negativo, probabilmente i prezzi incorporano informazioni che non sono a nostra disposizione e che vanno ben oltre i fondamentali periodicamente pubblicati. Tuttavia, analizzare le aziende anche dal punto di vista fondamentale - e lo dice un’analista tecnico – può nel lungo periodo con l’applicazione sistematica di alcune regole, portare ad indubbi benefici.
Quando si acquista un titolo con ottica di medio/lungo periodo, si diventa soci di quell’azienda e credo che nessuno abbia voglia di investire in realtà in perdita, gestite finanziariamente male o soffocate dai debiti.

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