Da un punto di vista tecnico, iniziamo esaminando il grafico della coppia con un timeframe settimanale. Emergono segnali che indicano una fase di accumulazione prolungata durata diversi anni. La struttura del prezzo tra il 2 aprile '90 e il 2 novembre '20 evidenzia due fasi ribassiste di lieve intensità. La prima, tra il 2 aprile '90 e il 3 luglio '95, mostra un rifiuto significativo del prezzo intorno a 80.000, spingendolo successivamente al rialzo dopo aver superato una zona di supply molto critica, vicino a 147.500. La seconda fase ribassista, dal 1 giugno '07 all'1 agosto '11, si configura come una presa di liquidità a ribasso, riempiendo ordini non eseguiti nella fase ribassista precedente.
Il prezzo ha ora l'opportunità di ritornare ai massimi precedenti. Questo infatti lo si può notare dal primo impulso rialzista datato 1 novembre '12, avente un sostegno significativo da parte degli istituzionali.
Tuttavia, analizzando il grafico con un timeframe giornaliero, notiamo l'ultimo impulso rialzista del prezzo in data 18 gennaio '23. Non ha avuto la forza di creare un nuovo massimo, rifiutando la zona 150.000 e suggerendo la possibilità di una correzione al ribasso in cerca di liquidità. Identifichiamo tre possibili zone di ritracciamento, corrispondenti ai livelli di take profit stabiliti dal team.
L'elemento mancante attualmente è un livello ottimale per l'ingresso. Concentrandoci quindi sul grafico orario della coppia. Nel breve-medio termine, prevediamo una discesa fino ai tre livelli di take profit identificati. Noi di NFA aspetteremo un primo break strutturale interno ad H1, il quale ci offrirà una conferma aggiuntiva sul trend. Successivamente, aspetteremo tre diverse tipologie di ingresso in corrispondenza di livelli di liquidità diversi. (Vedi Grafico)
Il trend ribassista dell'USDJPY è stato innescato dal calo dell'inflazione da 3.7% a 3.2%, causando un indebolimento del dollaro americano.
Le dichiarazioni del governatore della BOJ, Ueda, indicano una possibile svolta nella politica monetaria giapponese, suggerendo un ritorno a tassi superiori allo 0%, abbandonando l'approccio rivoluzionario dei tassi negativi.
Analisti finanziari notano un'elevata ipercompravendita del titolo, evidenziata dalle liquidazioni di posizioni long sul dollaro dopo il dato sull'inflazione. La peculiarità dei tassi negativi in Giappone è attribuita alla politica della BOJ, un'eccezione globale che controlla la curva dei rendimenti dal 2016, mantenendo i tassi a -0.1%. Nonostante il cambio al vertice, la BOJ ha mantenuto questa politica.
Le azioni giapponesi hanno registrato notevoli aumenti nel 2023, trainate dalla debolezza dello yen e sostenute dalla riforma economica di Kishida, incentrata sull'azionariato e miglioramento della corporate governance. Con la prospettiva di Ueda di abbandonare la politica sperimentale, l'USDJPY potrebbe vivere nuovi sviluppi, riflettendo il desiderio di capitalizzare sui frutti di questa manovra economica.
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