La continua debolezza del mercato cinese finito in deflazione, la guerra in Israele che coinvolte il mondo arabo ed il rallentamento della produttività generale dell'Europa, Germania in primis, non ultima la sofferenza del settore manufatturiero canadese, polmone americano spingono il petrolio a decellerare addirittura perdendo 20$ dal suo recente massimo. La situazione è al quanto critica. Gli emirati arabi mantengono il taglio della produzione fino a fine anno seguita dai russi che hanno difficoltà nell'esportare il diesel di cui sono uno dei principali produttori mondiali, dovuto agli enormi consumi per le macchine da guerra. Aggiungiamo che un prezzo troppo basso non aiuta gli arabi che più volte hanno dichiarato che faranno di tutto per non scendere sotto gli 80$ al barile in quanto la riqualificazione di alcune aree geograficamente impossibili da abitare ha richiesto un dispendio di risorse economiche elefantiache, diciamo pure catastrofiche. In tutto questo casino ci si mette l'Iran (notevole esportatore di petrolio) che non si comprende bene cosa vuole fare essendo amico di Hamas e company. In Europa il problema materie prime sembra secondario al trovare modi assurdi per buttare soldi appresso ai migranti... Italia in capo a tutti.
Fatte le dovute premesse... nel breve 85$, nel lungo periodo 65$
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