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Apple (-7%): al mercato non piace la segretezza sulle vendite

Apple festeggia risultati di tutto rispetto con utili in crescita a 2.79 dollari per azione contro i 2.34 di fine luglio scorso, ricavi totali previsti a fine anno intorno 265 miliardi, contro i 219 mld del 2017 ed utile netto cresciuto di un altro 21 % a quota 70 miliardi di dollari entro fine anno.

L’andamento di venerdì non rispecchia gli eccellenti dati di bilancio in parte già scontati dai prezzi, che nell'ultimo trimestre sono saliti oltre il 18 % con massimi assoluti a quota 233 dollari, ma al contrario le vendite scatenate hanno prodotto il più ampio calo degli ultimi quattro anni.

A scuotere il titolo creando disappunto tra analisti e investitori è all'annuncio di non comunicare più al mercato l'andamento delle vendite dei prodotti di punta, impedendo di fatto di calcolare i ricavi medi realizzati per unità di prodotto, che appunto è alla base dell'ottima trimestrale realizzata con un prezzo di vendita dell'iphone cresciuto a 793 dollari, contro i 752 dollari delle stime.

Preoccupazione che nasconde un calo delle vendite per il futuro più strutturale del solito, tanto che sono stati annullati i piani di ampliamento della capacità produttiva commissionati ai produttori cinesi Foxconn e Pegatron, con il primo che produce 100.000 unità in meno al giorno.

Dal punto di vista tecnico l’indicatore di trend Cci conferma la fase di stallo dei prezzi lungo la resistenza di 223 dollari, assumendo valori negativi a partire proprio dal perdita dei 230 dollari avvenuta scorso 5 ottobre.

Il movimento di storno tecnico ha generato comunque un incremento delle quantità scambiate, mettendo evidentemente sotto pressione gli investitori, incerti sia sulle dinamiche macroeconomiche quanto sulle nuove decisioni della società in termini di trasparenza sulle vendite, prospettando un prolungamento della fase discesa fino a quota 195 dollari.

Strategie operative

Per le posizioni long: attendere il consolidamento dei supporti di 205 e 198 dollari entrambi a rischio e quindi ancora da confermare, prima di rischiare nuove posizioni rialziste tenendo conto anche della forza intrinseca del titolo, sintetizzabile nell'eccesso di liquidità a quote “stratosferiche”, assenza di debito e ricavi netti ancora a livelli sbalorditivi.

Per le posizioni short: è possibile cogliere l'opportunità offerta dal potenziale incremento sia della volatilità dei prezzi, che della nuova direzionalità verso il basso assunta dal titolo, acquistando un’opzione Put, scadenza gennaio 2018, strike 200 dollari.
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