Le quotazioni dei principali indici di Borsa a livello globale hanno registrato una seduta caratterizzata dalla debolezza. I verbali della BCE hanno confermato che i tassi resteranno alti ancora a lungo per non correre il rischio che l’inflazione rimanga eccessivamente alta per troppo tempo. La decisione di aumentare i tassi dello 0,25% nel meeting di settembre è stata vista come un segnale di forte determinazione a riportare tempestivamente l’inflazione all’obiettivo del 2% e una pausa avrebbe potuto far ipotizzare che il ciclo di aumenti fosse giunto al termine. È stato inoltre osservato che l’assenza di un rialzo avrebbe potuto creare l’impressione che la BCE fosse più preoccupata per l’economia e la potenziale recessione che per l’inflazione troppo elevata. La politica monetaria resterà restrittiva per il tempo necessario e le future decisioni saranno basate sui dati economici, inflazione di fondo e trasmissione della politica monetaria. Su questo fronte oggi sarà atteso il discorso di Lagarde, in agenda alle 15:00. Ieri il membro Mario Centeno ha affermato che la BCE è arrivata al picco dei tassi, ribadendo che rimane data- dependent in attesa della prossima riunione. Per Centeno, alle condizioni attuali e senza ulteriori shock, l’attuale livello dei tassi sta dando un contributo molto significativo al ritorno dell’inflazione al 2% nel medio termine. Per quanto riguarda l’inflazione USA, a settembre il dato CPI si è attestato allo 0,4% m/m sopra le stime dello 0,3%. Su base annuale la lettura è stata leggermente superiore alle attese, attestandosi al 3,7% rispetto alle stime al 3,6%.
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