L’oro rivede quota $ 1.900/oncia, il Dollaro debole aiuta
Le banche centrali rassicurano, e I tassi tornano a scendere
Borse stabili attorno ai massimi, strette tra crescita degli utili e paure sui tassi
La Cina conferma iniziative contro speculazioni sulle materie prime




La volatilita ridotta e’ stata la caratteristica principale della giornata borsistica di ieri, 26 maggio. L’indice VIX, che misura la volatilita’ delle opzioni scambiate sull’indice S&P500, e’ sceso a 17,34, ma, piu’ in generale, le oscillazioni intraday e le variazioni degli indici europei, a fine giornata, sono state realmente minime.
Un po’ piu’ direzionali gli andamenti dei listini Usa, dove a spiccare e’ stato il Russel2000, +1,89%, testimoniando il favore degli investitori verso le societa’ di media capitalizzazione e un po’ lontane dai riflettori. Praticamente invariato il Dow Jones, +0,03%, un po’ piu’ vivaci lo S&P500, +0,19%, ed il Nasdaq +0,59%.
I mercati azionari sembrano dunque sospesi tra le attese di forte crescita dei profitti aziendali dovuti alla rapida ripresa economica, ed il dubbio che i multipli di valutazione, tutti sopra le proprie medie storiche, possano ridimensionarsi.
Sembra essersi attenuato, a giudicare dai tassi di interesse obbligazionari in calo, il timore che le banche centrali possano rallentare (“tapering”), i loro ritmi di acquisti sul mercato.
Peraltro, sono proprio i programmi straordinari di stimolo fiscale e monetario a determinare l’esuberanza della domanda, a lungo repressa dalle restrizioni, e le pressioni rialziste sui prezzi, col possibile rischio di indurre le banche centrali ad anticipare i tempi del “tapering”.
Come commentato nei giorni scorsi, diversi membri della Fed (Banca Centrale Americana) hanno confermato, su un orizzonte prevedibile, la politica monetaria super-espansiva, giustificandola con la volonta’ di centrare, anzitutto, l’obbiettivo di livelli di occupazione pre-Covid, con un certo livello di tolleranza verso transitorie fiammate dei prezzi.
Le loro rassicurazioni hanno prodotto l’effetto desiderato di ridurre il livello dei tassi e la volatilita’ dei prezzi dei titoli governativi. (vedere grafico a pag.2).
Il rendimento del Treasury 10 anni, ad esempio, si fissa oggi, 27 maggio, a 1,58% (ore 12.00 CET), e tratta in un trading range di soli 7 pbs nelle ultime 2 settimane.
Di tale incertezza sembrano avvantaggiarsi i metalli preziosi, col prezzo dell’oro che ieri ha superato i $ 1.900 Dollari/oncia, toccando il livello piu’ alto di quest’anno.
Piu’ stabile, invece, il prezzo del petrolio, la commodity piu’ importante, poco impattato dal dato sulle scorte settimanali, risultate in deciso calo.
Stamane, 27 maggio, osserviamo andamenti misti delle princpali borse asiatiche, con i listini “domestici” cinesi che registrano i maggiori progressi, forse speranzosi sul riavvio dei colloqui commerciali tra USA e Cina, i primi dell’”era Biden“: Shenzhen +0,70%, Shanghai +0,43%.
Le autorita’ cinesi, similmente a quelle americane ed europee guardano preoccupate all’evoluzione di inflazione e dei tassi, al punto da “invitare” le banche commerciali a sospendere la vendita ai clienti di strumenti basati sulle commodities, allo scopo di contrastare la speculazione ed un eccessivo rialzo dei prezzi delle materie prime.
L’oro continua ad essere ben richiesto, e conferma quota $ 1.900/oncia, giovandosi delle parole rassicuranti delle banche centrali e della debolezza del Dollaro.
Tentano il recupero, senza grande convinzione, le criptovalute, lontane dai fasti di aprile e reduci da tre settimane difficili.
L’Hang Seng di Hong Kong ha chiuso a -0,04%, il Kospi coreano a -0,09%, mentre sul Nikkei giapponese, -0,33%, pesano ancora le misure di contenimento della pandemia. Le borse europee, a fine mattinata (ore 12.15 CET) sono marginalmente positive, Stoxx600 +0,10%, con qualche spunto solo per i settori ciclici e le banche, scontando la debolezza dei future Usa, frazionalmente negativi.
Sul versante del reddito fisso si prospetta una nuova giornata tranquilla per i governativi europei, con rendimenti stabili per il decennale tedesco, -,20% e in lieve calo per l’omologo BTP italiano, +0,91%. Lo spread scende di 2 bps a 111, rispetto alla chusura di ieri, 26 maggio.
Forse hanno prodotto un effetto rasserennte le parole di Fabio Panetta, membro del board della ECB (Banca Centrale europea), che ha ribadito che le circostanze suggeriscono il mantenimento degli attuali livelli di acquisti col programma Pepp (Pandemic emergency purchase program).
Sul fronte macroeconomico, nel pomeriggio di oggi, 27 giugno, l’attenzione si concentrera’ sulla 2’ lettura del GDP (Prodotto interno lordo) Usa del 1’ trimestre, e sulle richieste settimanali di sussidi di disoccupazione (Jobless claims).
Intanto, si avvicina la data del 4 giugno, e la pubblicazione del labour market report di maggio, dove gli investitori sperano in buoni numeri che riscattino quelli relativamente deboli di aprile.

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