La lotta fra compra-tori e vendi-orsi nel mercato USA è molto forte.

Ricordo che scrivo questa analisi ogni giorno iniziandola prima che il mercato apra e commentandola mano a mano che la sessione di mercato si svolge.
Ci sono giornate che iniziano in un modo e finiscono in un altro e la mia analisi vi vuole far vivere tutto questo come spettatori della prima fila nei posti migliori a teatro.

Il mercato americano e il suo indice principale l'S&P 500 hanno continuato a scendere ieri notte e questa mattina. Il tentativo di riconquista di 4.010 è fallito e i 3.980 non hanno retto. La linea Maginot rappresentata dalla media mobile a 200 giorni, con l'indice in calo di oltre 100 punti, rappresenta più di una battuta d'arresto a breve termine. Continuo a pensare che il mese di dicembre chiuderà con bilancio positivo, ma la parte iniziale di questo mese sta decisamente soffrendo troppo.

Il mercato mi sembra che voglia ricercare un minimo relativo prima di affrontare il rialzo nelle ultime 2-3 settimane di dicembre e l'inizio di gennaio. Le probabilità che Babbo Natale ci porti il suo regalo sono ancora buone. Ma per il momento preoccupiamoci di questa settimana. Devo cercare di essere bravo mentre il mercato si muove tra le medie mobili a 200 e 100 giorni a cogliere i giusti trend giornalieri.

I due giorni di calo di ieri e lunedì possono fornire una piccola opportunità, e ora si tratta di vedere se il rimbalzo della notte si esaurirà di nuovo durante la sessione. Vedo molta volatilità in atto il che significa che la lotta fra compra-tori e vendi-orsi è molto forte. Sia il dollaro che i titoli obbligazionari hanno cambiato bruscamente direzione intraday e questo favorirebbe una risalita dal ribasso precedente… vorrei essere certo di questo prima di gettarmi nella mischia.

Il catalizzatore chiave da cercare in termini di carburante per il rialzo è l'IPP di venerdì 9, che probabilmente mostrerà un rallentamento dell'inflazione, e poi l'IPC di martedì 13, che probabilmente si attesterà al 7,5 o al 7,6% su base annua, il che alimenterebbe ancora una volta (in entrambi i casi) la prospettiva "la Fed ora andrebbe davvero piano con l'inasprimento, o per meglio dire abbiamo raggiunto il pivot" che i mercati sono fin troppo disposti a seguire. Volenterosi in questa fase (e mi fa comodo) ma fuorviati, perché la Fed non sta affatto diventando meno restrittiva, si veda l'aumento dei tassi e la riduzione del bilancio combinati, effetti che devono ancora manifestarsi.

Non c'è indicatore migliore per il ribasso all’inizio del 2023 della distruzione della domanda in arrivo del prezzo del petrolio: un segnale di cautela.

Ribadisco che reazione vista ieri e ciò che ancora deve accadere prima che i mercati trovino un catalizzatore fondamentale su cui infiammarsi (potrebbe essere il PPI di venerdi), dimostra la paura che ha il mercato verso l'ignoto. 1. S&P 500 prospettiva ribassista con vendi-orsi padroni del mercato.
2. Il PPI è probabile che sia inferiore alle aspettative.
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